Via Ombra
La domanda non è casuale. Le Amministrazioni locali in questi anni hanno dormito sotto l’effetto della sbornia olimpica e martoriate dalle inchieste per i fallimenti di Agess, Tralcio e quant’altro. Gli interventi fatti son serviti a mangiare milioni di euro, con risultati nulli. Pochi (e molto teorici) sono stati gli interventi messi a punto sul territorio. Se nel 2006 era Legambiente Val Pellice ad allarmarsi, nel 2007 è stata Legambiente nazionale, che in uno studio-dossier, dal titolo Ecosistema a Rischio, evidenzia come il comune di Villar Pellice sia uno dei territori a piu’ rischio idrogeologico piemontese e colloca tale rischio con un voto di 4.5 su 10, ovvero SCARSO. I maggiori pericoli deriverebbero dalla presenza di industrie e case a rischio idrogeologico, nonchè dalla mancanza di un piano d’emergenza comunale e di un’adeguata informazione dei cittadini. Si puo’ consultare tutto qui, a pagina 47. Ovviamente non è l’unico, il comune di Villar Pellice, ad essere giudicato gravemente insufficiente. Altri comuni della zona, sono nelle medesime condizioni, come potete vedere.
Le previsioni di Legambiente sembrano oggi tremendamente profetiche, perchè proprio sotto una frana abbattutasi su di una casa, sono morte 3 delle 4 persone. Una strage annunciata? A quanto pare in parte si, anche perchè proprio in quel punto, nell’alluvione del 1977, si abbattè un’identico fenomeno franoso. Basta avre un po’ di memoria.
La Stampa, il giorno dopo la frana, riportava la testimonianza di chi imputava al taglio massiccio degli alberi, parte delle cause. Puo’ darsi. Sta di fatto che gran parte di quanto acaduto è copa dell’incuria umana, in special modo di chi ha sottovalutato le decine di moniti che arrivavano da sedi molto diverse. Per citarne uno, si puo’ far riferimento alla Relazione Previsionale e Programmatica della Provincia di Torino 2006-2008 che indica a pagina 42 il Pellice come bacino in condizioni scadenti. Si, SCADENTI.