Paul the Wineguy mette il dito nella piaga e racconta una involuzione in corso
Nel 2003 Mantellini scrisse del “perché i giornalisti odiano i blog”: a rileggerlo, dopo anni, ci si accorge di quanto è cambiato. In soli 5 anni i blogger si sono perfettamente integrati nel rutilante mondo del giornalismo da 4 soldi: presenziano, ricevono comunicati stampa, patteggiano omaggi, vendono opinioni, si scambiano inviti, si organizzano fra loro. Una piccola forza lavoro che si porta via a gratis o quasi.
La blogosfera italiana è – ipoteticamente – un meccanismo potenzialmente perfetto: in principio c’è la cricca del marketing, i PR, quelli che organizzano eventi e si fanno pagare dalle aziende per creare hype. Gestiscono community, lusingano i blogger, sanno come ci si muove. Condividono la loro commessa con tutti gli altri, selezionandoli per tipologia: ci sono i tecnologici, i politici, i tuttologi.
Hai un prodotto? Loro ti forniscono solo i migliori blogger selezionati, profilati, pronti per evangelizzare alla modica cifra di quattro tartine. Come il tonno a filetti. Sono blogger anche loro, quelli del marketing. Sanno che ci si supporta, l’uno con l’altro, che non fa mai male scrivere bene di un altro blogger. Come si dice, cane non mangia cane.
E poi ci sono quelli che ci sono sempre e comunque. Anche se non li si vuole, si auto-invitano. Questi fanno parte del pacchetto promozionale, si tengono così. Soldi? Zero. Si presenzia generalmente per un investimento futuro: qualche volta si riesce a fottere un gadget, o magari si riesce a fare una domanda ad un ex-vicepresidente degli Stati Uniti. Sono soddisfazioni. A volte si riesce persino a finire in TV. Orgoglio della mamma.
I blogger nel 2003 facevano di tutto pur di professare la totale estraneità con il mondo del giornalismo. Anzi. Si parlava di morte della professione, di un nuovo ordine del mondo dell’informazione. Qualcosa che arrivava dal basso. La voce del popolo, la controinformazione. Notizie di territorio, recensioni direttamente del consumatore. Le notizie sui blog avevano preso credibilità, avevano convinto: le famose pecette di Macchianera, i blog che arrivavano prima dei giornali. Dopo 5 anni tutto è cambiato: fateci caso. Alcuni hanno tentato la carriera televisiva. Altri hanno iniziato a scrivere sulla carta stampata. Certi invece hanno preferito la radio.