Sette vite, sette storie, sette famiglie bruciate in un attimo

La memoria della strage di Corso Regina esce lentamente alla superficie dai cuori dei protagonisti di quella notte. Massimo Oliva raccolse i corpi e gli ultimi pensieri delle torce umane.

Nessuno può credere, nessuno poteva immaginare, sette vite, sette storie, sette famiglie bruciate in un attimo, il dolore, il terrore, la paura, la consapevolezza. Altre parole, diverse, nessun sorriso, solo smorfie di dolore. La notte si è svegliata in fiamme e olio bollente, ancora paura, bugie dette a chi già sa che non rivedrà più le persone che ama. L’odore acre di fumo nell’aria, le fiamme ancora alte, le immagini appena viste sembrano irreali, tutto sembra un incubo e si aspetta con ansia il risveglio che non arriverà.

Le grida, le parole e i timori delle vittime sono segnate in modo indelebile nella mente di chi li ha incontrati, di chi li ha sentiti, di chi ha parlato con loro. Ancora sirene, tantissime, centinaia di mani all’opera per fermare il fuoco assassino, altre per cercare di strappare sogni alla morte.


L’edificio ancora fumante, sull’asfalto freddo il gelo assorbe una vita, ingloba sogni, speranze e sorrisi. Un corpo nero, fumante accompagnato sul selciato da braccia della casualità e del dramma. Sgomento, rabbia e delusione in chi ha, comunque, provato a cambiare il corso delle cose. Pianti lontani di chi ancora non sa che non vedrà mai più il suo papà.

Scorrono le ore di questa notte maledetta, ora tutto è più calmo, la mente ripercorre mestamente il dramma umano appena vissuto, ancora le parole sono cornice e tela di questo quadro di persone unite da un’unica esperienza di vita e di morte, persone che si scambiano impressioni, emozioni, paure, ricordi che sono le cicatrici invisibili lanciate nel tempo. All’alba tutto sembra tranquillo, la notte maledetta sta per finire, la città si sveglia e ancora non sa la verità. Si riordinano le idee e le attrezzature e, ancora una volta le parole sono protagoniste di questa storia di fuoco, orrore e vittime.

I giorni che seguono sono stillicidio inesorabile di media assetati di notizie, di scoop, di immagini e di interviste…… i giorni che seguono sono un inesorabile conteggio di vittime che cresce inesorabilmente. Ancora le parole, tutti sapevano, tutti avrebbero voluto, tutti avrebbero potuto: ma se è così perchè questo incubo di corpi bruciati che camminano nella notte….. forse chi poteva, chi voleva non vedrà mai e non saprà mai cosa hanno visto gli occhi di chi quella sera, vittima o protagonista, ha avuto un ruolo in questa fatalità.