Marco Pratellesi ne aveva parlato un po’ di giorni fa, ma resta interessante
E’ sempre più fuga dai giornali. Secondo una ricerca, il 74% dei giornalisti americani sotto i 35 anni è insoddisfatto del proprio lavoro. I motivi? Stanchezza, cinismo, ma soprattutto scarsa soddisfazione professionale ed economica.
Scott Reinardy, professore di giornalismo alla Ball State University, ha analizzato un campione di 770 redattori. Risultato: il 25% dei giornalisti, indipendentemente dall’età, vorrebbe cambiare lavoro. Una percentuale che sale al 31% fra gli under 35. “Siamo stanchi, stressati e sottopagati”, lamentano i giornalisti intervistati da Reinardy.
Che la professione sia diventata meno appetibile lo conferma anche il Center for disease control. L’ente Usa, che monitorizza le principali cause di malattia, ha inserito il giornalismo al settimo posto nella clasifica dei lavori più stressanti e logoranti.
L’insoddisfazione dei giornalisti dovrebbe preoccupare anche gli editori. La “depressione” professionale si trasforma quasi sempre in scarsa qualità del lavoro e quindi del prodotto. In un momento di forte concorrenza, dall’online alla televisione alla free press, chi vuole rimanere in edicola deve puntare soprattutto sulla qualità: articoli e inchieste esclusive, storie e approfondimenti. La qualità ha bisogno di entusiasmo e per avere entusiasmo occorre almeno diverstirsi in quello che si fa.
Vittorio, non raccontarlo ai blogger, che secondo alcuni sarebbero “schiavizzati” dai network di nanopublishing
:-P