Stasera alla Maison Musique di Rivoli si esibisce Alan Stivell, il genio dell’arpa e della musica celtica.
Ad Alan Stivell, nome d’arte e traduzione in bretone di Alain Cochevelou, si deve la rinascita e il rinnovamento della musica tradizionale bretone, che, a partire dagli anni ’70, lo ha reso celebre nel mondo. Il suo nome è legato indissolubilmente all’arpa celtica, strumento del quale non solo è un virtuoso, ma che è letteralmente rinato con lui e con la sua famiglia.
La sua caratteristica non è la semplice riproposizione della musica tradizionale, ma il suo utilizzo per una nuova musica bretone. Nel 1971, Alan pubblica l’album Renaissance de la harpe celtique, totalmente strumentale. Accanto all’arpa celtica, compaiono anche le percussioni e la chitarra acustica affidata ad un virtuoso bretone, Dan Ar Braz.
Nel 1980 si ha la svolta sinfonica con un album doppio che resta il più famoso: Symphonie Celtique. Con una formazione spiccatamente rock, un insieme di bombarde e cornamuse e un’orchestra sinfonica, Alan si fa accompagnare dalla cantante berbera Djourha e dal sitar del nepalese Narendra Bataju, allievo prediletto del grande Ravi Shankar. Il risultato è un affresco musicale di inusitata bellezza, che viene eseguito per la prima volta in pubblico al Festival Interceltique di Lorient davanti ad oltre 10.000 spettatori.
Nel 1998 è la volta del diciannovesimo album della lunghissima carriera di Alan Stivell, intitolato 1 Douar: nell’album compaiono Youssou N’Dour, il “re del raï” algerino Khaled, Jim Kerr del gruppo scozzese Simple Minds e il grande Paddy Moloney dei Chieftains. Con quest’ultimo album, Alan intende dimostrare che le differenze di cultura e di lingua (bretone, inglese, wolof, arabo) sono le componenti fondamentali dell’umanità. Nell’agosto del 2001 nuova partecipazione e nuovo trionfo al Festival Interceltique di Lorient.