Vittorio Zambardino propone tre intelligenti scenari più uno per il caso Microsoft – Yahoo
- Il semplice rilancio verso Microsoft. Il messaggio non è affatto in codice. Alla Microsoft non si chiude la porta in faccia, negli affari difficilmente avviene, quello è un mondo felpato. Magari ti uccidono, ma lo fanno felpatamente. In ogni caso il messaggio è: a 31 dollari per azioni ci prendete per fame, grazie, non se ne fa niente, ma cercate di salire, e pure molto, diciamo 38, 39 dollari ad azione (40 è la richiesta di Yahoo!), e se ne discute.
- AOL, cioè Google! Ma davvero qualcuno crede che per salvarsi in un mare abitato da squali più grandi di lui, Yahoo! possa rivolgersi a un innocuo pesce di medie dimensioni come AOL? Giustamente uno dei più qualificati blog tecnologici (inglese) ci scherza sopra. Ma poi ripensandoci uno si ricorda del 5% di Google dentro AOL e fa 2+2. Google non comprerà Yahoo! (lo ha detto) ma la “sosterrà in ogni modo”. Il modo eccolo, voi fate l’accordo con l’ex grande provider e io vi tengo vivi. Ma attenzione: quella è una riserva indiana, dove si finirebbe per esser nutriti da Google, e Yahoo! ci si può relegare solo se la scelta non si rivela negativa sul fronte degli azionisti. Tutto sommato, questa resta la soluzione più debole, almeno agli occhi dei molti investitori dai fondi finanziari che in questi giorni hanno messo soldi sul titolo del portale/motore e che per loro missione devono vendere presto e bene.
- Il convitato di pietra. Qui – lo confesso – faccio dietrologia, che è una pessima fonte di informazione, ma è troppo forte l’odore di zolfo per fingere che non ci sia il diavolo nei paraggi. Ma avete fatto caso all’attenzione spasmodica che il London Times (inglese) mette sul caso Yahoo? E io faccio una gran fatica a non pensare che Rupert Murdoch, proprietario anche di quel giornale, non abbia interesse ad entrare nel domino dei motori, che, se andasse a chiudersi con uno dei due possibili esiti che vedono estraneo l’australiano, lo ributterebbe indietro, in difesa, nel gruppone degli altri “mainstream media”. E’ un destino contro il quale Murdoch ha lavorato negli ultimi due anni con tutte le sue forze. Difficile che stia con le mani in mano, anche perché è fra i pochi che potrebbero trovare (non sarebbe uno scherzo nemmeno per lui) i soldi per sedersi a questo tavolo. E però di sue impronte digitali, in giro, non ne hanno ancora trovate.
- p.s. Ci sarebbe pure L’OPA “totalmente” ostile da partedi Microsoft. E’ possibile, ma costa. E poi comporterebbe, dopo l’acquisizione, un bagno di sangue di risorse umane e cultura aziendale che renderebbe difficile la gestione del portale. C’è anche le voce di un accordo con Disney. Difficile valutarle ora.
Il bloggante aggiungerebbe come quinta soluzione quella accennata su Disney: una media company alternativa …
Possibile, possibile. Ma in qualche modo non ne vedo ancora elementi concreti, e di dietrologia ne avevo già fatta. Mi sembrava troppo aggiungere quella su Disney. Vedo che ti è piaciuto il pezzo
ti ho messo negli aggiornamenti, così questa speculazione qui te la becchi tu
Caro e augusto omonimo Vittorio
Ho apprezzato la sintesi perfetta delle tue ipotesi compreso il ricordare che ci sta l'opa ostile aperta da microsoft che sarebbe sostanzialmente una specie di conquista guerresca ma assolutamente partita ancora aperta dato che Microsoft grazie a quel po po' di cash che ha può spendere e spandere, poi il problema organizzativo e culturale dell'annessione violenta è un altra cosa.
AOL: mi sembrerebbe una soluzione in cui Google fa l'IRI dei tempi d'oro della situazione, ma potrebbe servire per parare il colpo Microsoft.
La storia di Disney era stata letta un po' di giorni fa quasi per scherzo nel marasma di comunicati incrociati di Yahoo, Ms e Google. Quando oggi e' stata rilanciata dalla Reuters se non ricordo male mi sembra sensata e ha oggettivi presupposti industriali.
vediamo se crescono davvero le voci di accordo