Prendete Firefox e digitate http://www.italia.it
Dopo una manciatona di secondi vi comparirà un messaggio: sito inaccessibile , neanche che so io un rassicurante”Error 404″.
Che succede non hanno pagato le bollette ? Oddio che fine ha fatto il maxi portalone turistico italiano ?
Niente di grave lo hanno solamente chiuso !
Anna Masera spiega la situazione kafkiano – fantozzian – politica alla base della situazione.
Una decisione presa ieri sera verso le ore 19 dal Dipartimento dell’innovazione tecnologica gestito dal ministro Luigi Nicolais. Ma Francesco Rutelli e il suo Ministero per i Beni e le Attività Culturali da cui dipendeva il portale “non si sono sentiti”, ci dicono amareggiati dalla redazione di Italia.it.
«Speravamo in un rilancio visto l’investimento cospicuo (5 milioni e 800 mila euro), abbiamo corretto gli errori denunciati lavorando gratis in questi ultimi mesi, e invece siamo a spasso senza nemmeno una comunicazione ufficiale» commenta il caporedattore Luca Palamara.
Solo ieri Palamara mi aveva scritto una mail con il seguente appello, che volentieri pubblico:
“Volevo comunicarle la situazione paradossale in cui versa il portale in questo momento. Questo è sempre in bilico tra la chiusura ed il rilancio, tra il passaggio all’Enit ed il prolungamento del contratto con il vecchio Rti a causa del rimpallo di non-decisioni che rischiano di mandare definitivamente all’aria un investimento cospicuo (pari a circa 5 milione e ottocentomila euro).
Il portale è ancora online grazie anche al lavoro gratuito della redazione, anche se formalmente è stato dichiarato chiuso da un paio di mesi (ironia della sorte, nell’ultimo mese sono aumentati anche gli accessi).
Ma intanto nessuno decide: classico esempio di bizantinismo politico di stampo kafkiano che in Italia produce continuamente delitti reati e sperperi senza arrivare mai a determinare colpevoli e cause.
Le Regioni sono adesso fortemente interessate al contributo promesso per il portale e quindi sono passate dalla fase di rifiuto di un anno fa ad una di adesione, attiva partecipazione e promozione per la sopravvivienza del portale stesso. Ma ovviamente le risposte non arrivano perchè nessuno vuole prendersi la responsabilità e i quasi 6 milioni spesi fino ad adesso saranno a breve l’unica eredità visibile di tutta questa assurda vicenda”.
ah e quanto invece l’hanno pagato lo spot quello con il bel faccione di Rutelli dove diceva “Come in Italy, landscapz”? Si vede che fa tutto lui.
Qui invece il ministero degli Esteri si era proprio dimenticato di pagare la bolletta per il rinnovo del dominio.