Da Blog Webnews
Riavvolgete il nastro della memoria e premete il tasto search. Si tratta di cercare il termine “digitale terrestre“. Vi ricordate? Se ne era parlato in toni profetici durante il governo Berlusconi.
Ecco una breve antologia delle iperboli utilizzate: la nuova televisione, il futuro dell’ict italiano, la tv interattiva, ecc. fino al vero e proprio “di tutto di più”. Poi la grande offerta: gli incentivi governativi per comprare il decoder terrestre, le decine di convegni messianici sul tema, la pubblicità martellante.…
Gli unici che avevano palesato larghi sorrisi erano, tanto per gradire, i grandi editori televisivi italiani in particolare Mediaset. Il colpo geniale di Berlusconi, a parte qualche problemino di conflitto di interessi, era sfuggito a molti all’inizio. Tirando fuori dal cilindro la necessita di correre verso il digitale era riuscito con una intuizione non comune a creare da zero un canale distributivo per le sue reti in grado di essere direttamente concorrente dello spauracchio Sky che con il satellite bombardava di calcio gli italiani e soprattutto, attraverso il calcio, portava nuovi telespettatori dalla tv generalista alla tv verticale.
Il gioco era semplice: dietro il messaggio viva la libertà, viva la televisione per tutti, viva le infinite nuove frequenze si nascondevano delle banali leggi economiche e infrastrutturali: chi era in grado di costruire una rete distributiva in grado di coprire tutto il territorio nazionale con il nuovo segnale digitale? Ovvio chi già ne aveva una pre esesistente! E così sono partite le programmazioni sportive di Mediaset premium e del La7 in diretta contro programmazione all’offerta calcistica di Sky.