Software che si adatta ai comportamenti dell’utente, reti sociali efficaci e personalizzate e, soprattutto, integrazione tra applicazioni remote. E molto altro. Il keynote speech di Tim O’Reilly, inventore del termine “Web 2.0? e organizzatore del Web 2.0 Expo di Berlino, è stato molto coinvolgente, anche se più rivolto a prospettive futuribili che alle soluzioni immediate – o forse proprio per questo.
Ha ribadito con forza il ruolo della centralità dei dati e degli utenti, e l’importanza di creare soluzioni che si presentino in modo semplice. Ma ha anche espresso una nota critica, più che condivisa anche dalla platea, per certi eccessi del Web 2.0 – troppe richieste di “amicizia” da parte di sconosciuti, ha affermato. Le social network dovrebbero rappresentare più fedelmente le mie relazioni effettive, di lavoro o personali che siano. Uno spunto che ha poi riproposto quale nuove possibile prospettiva: dall’integrazione di diversi software, anche eventualmente su diverse piattaforme, può nascere un “CRM 2.0?, un sistema in grado di sapere per davvero ciò che io voglio che sappia, e in grado quindi di dare ai clienti risposte veramente utili.