Finanziata dagli stessi investitori di e-Bay e Skype, Zopa è nata nel 2005 in Gran Bretagna creando in due anni una comunità che ha raggiunto i 130.000 iscritti. Forte del successo e dell’esperienza del modello inglese, Zopa sta entrando nel mercato USA, in Italia e in altri paesi europei. Il modello è quello di una rete di prestiti P2P ovvero senza intermediazione da parte di un ente “classico”, tanto per capirci le banche. Zopa richiede una commissione sia a chi presta sia a chi richiede il prestito (circa l’1% per entrambi), a fronte di tutti i servizi offerti comepiattaforma tecnologica, valutazione dei Richiedenti, contratti tra le due parti. Il resto è libero mercato
1 commento su “Voglia di Zopa”
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Assolutamente non avevo mai sentito parlare di un’iniziativa per effettuare dei prestiti da privato a privato. E’ interessante la ripartizione del rischio su almeno 50 richiedenti, in modo da ridurre l’impatto di eventuali insolvenze.
Quello che forse non mi convince tantissimo è il rendimento. Sul sito viene pubblicizzato un 7%, “al netto di commissioni, al lordo di insolvenze”. Inoltre immagino che sia anche al lordo delle imposte. Quindi immagino che diventi circa un 6%.
Se si pensa che attraverso il conto corrente Fineco, tanto per dirne una, il 7% è il rendimento di un fondo a rischio bassissimo, non so fino a che punto converrebbe investire in Zopa, considerando anche che alla base non ci sono neanche particolari principi etici (vedi ad es. grameenfoundation.org)
Saluti