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«Pollari mi chiese una cosa… Allora lì c’è il perenne problema di coscienza: se i servizi ti chiedono una cosa, cosa fai? Io allora ho pensato che c’è una guerra mondiale in atto e io qualsiasi energia, fosse anche l’energia del pelo del mio mignolo, io la metto a disposizione di questo Paese, questo ho pensato». Si fa presto a dire «agente Betulla». Ma poi si leggono le quasi duecento pagine dell’interrogatorio di Renato Farina, vicedirettore di Libero e informatore «volontario» del Sismi e si rimane sconcertati. Perchè alla fine, tra tormenti, crisi di coscienza, esaltazioni e ingenuità, mascalzonate e ricattini, tutto sommato il vice di Feltri ne esce come vittima. «Forse sono stato un cretino», ammette al termine della lunghissima ricostruzione del suo rapporto con i servizi. Devo dire che ho quasi sempre informato Feltri, che è sempre stato scettico. A Feltri gli ho sempre detto queste cose di questi rapporti… Ma lui mi diceva che prima o poi sarei finito nei guai».
MA nonostante queste dichiarazioni indegne, l’ordine dei giornalisti va cauto, Libero continua ad uscire con titoli di “grande equilibrio” come sempre e addirittura qualcuno raccoglie firme per evitare le sanzioni dell’ordine.