La blogosfera italica, e le persone dotate di buon senso, sono state agitate da una nuova trovata politica per interpretare la Rete
Articolo 6 del disegno di legge. C’è scritto che deve iscriversi al ROC, in uno speciale registro custodito dall’Autorità per le Comunicazioni, chiunque faccia “attività editoriale”. L’Autorità non pretende soldi per l’iscrizione, ma l’operazione è faticosa e qualcuno tra i certificati necessari richiede il pagamento del bollo. Attività editoriale – continua il disegno di legge – significa inventare e distribuire un “prodotto editoriale” anche senza guadagnarci. E prodotto editoriale è tutto: è l’informazione, ma è anche qualcosa che “forma” o “intrattiene” il destinatario (articolo 2). I mezzi di diffusione di questo prodotto sono sullo stesso piano, Web incluso.
Breve pensiero: una legge de genere è talmente assurda che non è pragamticamente pensabile vada in porto.
Ma ne parleremo nei prossimi giorni.
si è assurda, ma la politica italiana, destra e sinistra, è percaso nuova a simili assurdità? Meglio mantenere alta l’attenzione su questa legge…
ciao, ho organizzato una raccolta firme contro il DDL.
La puoi trovare qui: http://www.firmiamo.it/nointernettax
Se ti va di firmare e dare una mano a far girare la voce…
Grazie
Sara
teniamoci pronti per la mobilitazione generale. Dobbiamo lottare con ogni mezzo per evitare che la libertà di pensiero venga messa a rischio.